Tutti, anche i meno avvezzi, conoscono la parabola del figliol prodigo; o quantomeno molti conoscono la sensazione di un amico, un fratello o un figlio che torna a casa dopo lungo tempo per fermarsi qualche tempo e poi ripartire di nuovo per la sua strada.
È una sensazione che ci coglie nel nostro laboratorio quando un cliente di lunga data ci chiede di fare manutenzione a qualche gioiello realizzato dal maestro orafo Mario Meda. Il nostro laboratorio nel tempo è cambiato parecchio, ma la sensazione è proprio quella descritta sopra: qualcuno di prezioso che torna a casa, per un saluto, un abbraccio fugace, per poi andarsene di nuovo.
Questo girocollo è un pezzo straordinario realizzato negli anni 80 dal maestro Mario Meda. Straordinario per il suo valore materiale, con quantità di oro che al giorno d’oggi non si ha la possibilità di utilizzare in unico gioiello tutti i giorni, ma anche per il suo valore artistico, un soggetto astratto disegnato o meglio scolpito nella materia dalla mente creativa del nostro straordinario orafo. È un oggetto il cui valore artistico si declina anche nel modo in cui è assemblato, tramite saldature e raccordi esteticamente pregevoli e artigianali (come mostra la foto del retro del pendente).
Impossibile identifcare un significato o un simbolismo in questo splendido oggetto. Quello che riconosciamo ammirati è un perfetto equilibrio di pieni e di vuoti, di forme dritte e curve, un’alternanza di superfici liscie e di diversa ruvidità per abbinare riflessi e sfumature nell’oro, un pirotecnico gioco di forme che ricordano soggetti antropomorfi e prospettive architettoniche. Un segno scultoreo allo stesso tempo aperto nelle sue quote vuote, ma anche chiuso in un cerchio funzionale che mentre ne sotene le parti, allo stesso collabora al gioco delle forme. Magistrale è il supporto del passante a T che lo collega al cerchietto semirigido del girocollo, chiuso a incastro con la forma a gancio delle terminazioni; una semplicità sapiente e unica, propria delle soluzioni orafe artigianali.
Poco altro ci resta da dire qui se non un “un bentornato” e “un arrivederci” a un pezzo prezioso della nostra storia che è passato a trovarci.
Scopri la storia del nostro laboratorio e come lavorava il maestro Mario Meda
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